E ti ritrovo sulla soglia. Con lo sguardo fiero e severo al giorno che ha ritrovato la sua luce prestata alla notte che ora dorme e riaspetta la sera.
Ti ritrovo al profumo del caffè e ai rumori di sempre come riflessi incondizionati di un’attesa disabitata dalla speranza, e in te subentra la noia di questo tempo privo di slancio e di questo presente che si dilata in uno spessore quasi inerme e opaco.
Il campanile manda i rintocchi e l’ora oggettiva trova la sua cadenza nel ritmo sul tempo vissuto, e che si è ritrovato dove ogni attesa è risucchiata nello sguardo immobile e fisso all’aria di questa strada, e accoglie un giorno come tutti, e se un giorno è come tutti, tutti i giorni è come fosse uno solo, qui…a regger tutto il tempo come la forza e la pressione di una carezza che poi aspetti o inaspettata ti sfiora.
Trova il sorriso e dalla turbolenza dell’attesa cerca l’emozione per ridere ancora come a scoprire i colori, i suoni, le parole i canti, i rumori, lo zoccolo che picchia la strada, la ruota che corre veloce, e i lamenti di un’età ritrovata alla stagione che chiama la verità dalla finzione.
E su questa soglia allunga lo sguardo e il collo e l’orecchi e poi il naso e il braccio proteso a coglier fiori di colori e odori delicati, e lo si riusciva a sentire, come le parole quasi un sussurro, e poi nemmeno, e poi ancora come l’aria del mare che ti chiarisce l’idea…
come quella mattina che sapeva di caffè sulla soglia…