E l’inizio è fatto solo di parole, sorrisi, sguardi, carinerie, pensieri e fantasie che non si raccontano. Poi, sul finire restano vaghi segni.
Mancano i giorni agli occhi e il tempo pieno di anni che faticano il passo e restano remoti e prossimi a Ciò che più non voglio sentire.
Ora…Voglio il piacere di sentire la pelle, una tela, gli odori, i sapori, il timbro della stessa voce, lo stesso colore e l’abito scuro per sentirmi vicino.
Voglio l’abitudine che richiama il mio disordine ordinato come fosse istituzione.
Il tempo ti porta ad amare le vecchie cose, le stesse cose e ti sprigiona di maschere e modi d’esser che non...Hai mai posseduto, ma che il sistema a volte ti ha costretto a indossare.
L’uomo è il libro e tutte le sue cose, le sue parole, i suoi gesti, i suoi istinti, le sue paure, i suoi amori, la sua forza e la sua debolezza, l’uomo è ciò che l’età gli ha riservato…
Non ho più tempo per i rumori, per le parole urlate e i tuoi stupidi racconti che non raccontano niente, Voglio i giorni agli occhi per guardare di nuovo il cielo e la terra, ritrovare bellezza e stringere una mano per regalare un sorriso assente, voglio il ricordo e l’idea di essermi trovato ancora qui per un tempo nuovo, io che sono stato, che sono e che forse sarò ancora con i giorni agli occhi, mi scuso col tempo per ciò che non ho saputo regalare a mia volta…