I mali sono altri, così ci sorrido…
Nella mia apparente leggerezza, c’è sempre un’instancabile e passionale tenacia, che ha la funzione di disintossicare le idee, i falsi idoli, i miti, i millantatori, i saccenti, gli adulatori (quelli che credono che tu sia stupido e ti possono prendere per il naso). Mi succede come dopo un referto, sentirsi staccati…
Mi ero convinto, ancora confusamente, che l’arte era ed è un modo sincero per raccontare il tempo, l’illusione, la passione attraverso la semplicità di un tocco, una riga, un colore, una forma, un puntino piccino che ti rappresenta.
La tradizione novecentesca conclusasi anche attraverso improvvisazioni improbabili, avrebbe dovuto lasciare in noi un dopo…Ma quale?
L’interruzione di continuità è stata evidente. Mancano le idee? la voglia di mettersi a nudo? Produciamo spazzatura, cose già viste, ripetute.
La tecnologia ci permette, pur se fermi, di arrivare ovunque, e ovunque crediamo di trovare ciò che gli altri non sanno o mai vedranno…
Così dipingiamo. Ma cosa? Ci sono tele a cui basterebbe cambiare il nome, e nessuno si accorgerebbe di niente…
Io non sono niente, però cerco un percorso, ci provo…Dal figurativo ad altro nella speranza di non cadere nella banalità dei tanti…La migrazione di un profilo che si perde e non rimanga imbrigliato nel suo tempo…
Riflettiamo, mi succede come dopo un referto, mi sento staccato…
Camminiamo la strada, non corriamo…se volete.
